Il loro nome, argento fra le stelle, di Valeria

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view post Posted on 23/8/2013, 16:01
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Fata livello 110
L'amore è il riflesso verso l'esterno di un sole interiore

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dall'infinito, prima stella a destra

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Cara Valeria, posto questa tua storia delicata che hai scritto da me, spero ti faccia piacere.


Questa storia l'ho scritta un po' di tempo fa...
La canzone che mi ha ispirato stavolta è "La Nuova Stella Di Broadway" di Cesare Cremonini,per cui vi consiglio di ascoltarla mentre leggete il testo (www.youtube.com/embed/Nb1-vi2lCQI)
Grazie in anticipo per l'attenzione! ♥

"Il loro nome,argento fra le stelle"

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Non aveva mai visto una notte così bella. Fresca,luminosa e gentile. Passeggiava per le strade guardando il cielo. C'erano tutte quelle stelle..."Che atmosfera magica"-pensò-"Sembra di essere in un sogno." Bryan non aveva mai vissuto niente di così splendido. Credeva di poter camminare per anni in quella realtà onirica. Respirava a pieni polmoni, godendosi ogni attimo di una serata così irripetibile. Ad un tratto, mentre era immerso nel flusso dei suoi pensieri, vide come una piccola luce a terra. Si avvicino a piccoli passi,per non essere notato,ma era impaziente di scoprire di cosa si trattava, curioso come un bimbo. Era arrivato. Non riusciva a credere ai suoi occhi. Era una ragazza,a dir poco splendida. Giaceva a terra,senza muoversi. Indossava un abito bianco,che si intonava alla perfezione con la tonalità chiarissima della sua carnagione. Il giovane le scostò dolcemente i capelli, per poter osservare meglio il suo viso. Era davvero perfetta: un naso piccolo e aggraziato, delle labbra rosa e morbide. “Sembra una Dea”-fu la prima cosa che venne in mente a Bryan-“Una creatura così bella non può essere umana.” La raccolse delicatamente e la portò a casa sua. Doveva essere viva, il suo cuore batteva ancora. La posò sul letto, decise che non avrebbe dormito per sorvegliarla. Un gemito. “Ehi…ehi,sei sveglia? Mi senti?” “Cosa…dove mi trovo?”-la ragazza sussurrò con poca voce queste parole. “Oh,si,scusami..mi chiamo Bryan,ti ho vista per strada e…” Il ragazzo non riuscì a proseguire. Era come se avesse un laccio sulla gola. La fanciulla aveva appena aperto le palpebre, che contenevano degli intensissimi occhi color oceano. “Possiamo uscire un momento?”-chiese la giovane. “C…certo”. Camminarono per un po’ nella strada,poi si fermarono davanti ad una staccionata. Bryan non faceva che fissarla. Sentiva il cuore aumentare il battito ogni volta che i loro passi riecheggiavano nel silenzio notturno. “Non è bello il cielo?”-domandò lei. “Si..è davvero splendido”. Ci fu un silenzio imbarazzante e interminabile. La ragazza tremò. Bryan se ne accorse, si tolse il cappotto e glielo posò sulle spalle. Non ce la faceva più a tenersi tutto dentro. Conosceva quella giovane da poche ore eppure era già riuscita a cambiare la sua vita, e non poteva più negarlo. “…ti amo”- le sussurrò nell’orecchio. Lei non rispose. All’improvviso, afferrò il volto di Bryan e lo avvicinò al proprio. Un bacio interminabile, infinito, magico. Le stelle li illuminavano,il cielo li guardava dalla sua altitudine. “..ora devo andare,grazie di tutto.” Lui le prese la mano con uno scatto. “Andare? Aspetta…andare dove?!” Non ottenne risposta. Lei iniziò a correre. “Ehi,fermati! Io..io non so neanche il tuo nome! Aspetta…ti prego…” Le lacrime cominciarono a sgorgare dagli occhi del ragazzo, irrefrenabili. I suoi singhiozzi rompevano il silenzio di quella magica notte. Lontano,come un’eco, si sentì la voce della giovane che,riecheggiando,diceva:”Mi chiamo..Kochab”. Bryan vide il corpo della ragazza diventare luminoso,e poi sgretolarsi in una polverina lucente. Tutti quei granelli volarono su, su ,su nel cielo,fino a formare una bellissima scia d’argento. Dunque,quello che aveva sempre sospettato era vero. Era troppo bella per essere umana. Solo un corpo celeste può avere quella perfezione, quella dolcezza nei tratti. Il respiro del ragazzo si faceva spazio nel gelo,mentre tornava a casa. E,per quanto dispiaciuto,sorrise. Aveva davvero baciato una stella? Kochab,anche conosciuta come la seconda più luminosa nella costellazione dell'Orsa Minore. Erano stati così vicini..ed ora lei era a 200 mila anni luce di distanza. Adesso guardare il cielo era come esplorare nei suoi ricordi, camminare nella propria anima, perdersi passo dopo passo dentro i propri pensieri, desideri, sentimenti, ritrovare una parte di sé che non sarebbe mai andata persa. “Grazie,Kochab”-sussurrò. Finalmente Bryan aveva capito dove si trovava il senso della sua vita:sotto un cielo di stelle. Dopotutto,non sono così differenti dagli esseri umani. Entrambi possono metterci anni,per mostrare la propria luce.
 
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